In Francia il Front National ha vinto il primo turno delle elezioni amministrativa ed ha fatto paura.Non so quanto abbia sorpreso gli osservatori più attenti ma certamente ci si aspettava un successo sì ma di più limitate proporzioni. Di sicuro la “destra moderata” di Sarkozy si è vista piombare un macigno inaspettato sulle strada per riprendersi l’Eliseo e la guida del paese.
Qui da noi, capeggiato dalla stampa allineata con Repubblica ed il Corriere in testa, è cominciato il coro su populisti, fascisti, xenofobi e via discorrendo come da copione.
Ora non è chi scrive che si rallegra di questi risultati elettorali, ma nemmeno si stupisce più di tanto e vorrebbe analizzarli fuori dagli schematismi a comando tanto cari alla nostra “libera informazione”. E così giù a parlare a sproposito di Vichy, di OAS, di Petain e via sproloquiando. E’ noto che “ chi semina vento raccoglie tempesta”. Qui potremmo dire “chi sposa le tesi della globalizzazione dimezza i consensi”.
Non conosco abbastanza il programma e la posizione del partito della Le Pen per lanciarmi in sottili distinguo, io però credo che i concetti stessi di destra e sinistra siano stati svuotati dalla globalizzazione e l’elettorato che vi faceva riferimento sia oggi allo sbando in cerca non tanto di una identità (che pure sta perdendo) quanto brutalmente di salvare il salvabile, quel che resta dello stato sociale, di un certo modo di vedere la vita. L’elettore di sinistra non si riconosce nei partiti di sinistra che, dove sono al governo, sono pronti ad allinearsi a tutte le istanze che provengano dai cosiddetti poteri forti: grande industria, finanza, corporation e multinazionali.
La sinistra ha fatto proprio il credo del libero mercato, con tutto quello che comporta: smantellamento delle tutele sindacali, della previdenza e della sanità pubblica considerati ormai vecchi lacciuoli che frenano l’azione dell’imprenditore che deve essere libero di chiudere o delocalizzare industrie e non solo.
Si ha anzi l’impressione che che il mercato preferisca vedere la “sinistra” al governo per la sua maggiore spregiudicatezza in materia di “riforme” e insieme per la sua influenza su quel che resta del mondo produttivo; ma gli operai che vedono il loro lavoro farsi ogni giorno più precario e che devono accettare condizioni contrattuali che solo pochi anni addietro avrebbero scatenato ondate di scioperi e di manifestazioni sentono che la sinistra non rappresenta più le loro istanze.
E non basta, l’immigrazione fa sì che la torta sempre più piccola del welfare debba essere divisa tra un numero sempre maggiore di commensali, i quali, provenendo da condizioni di vita spaventose, guerre, epidemie, disastri ambientali sono pronti ad accettare qualsiasi ricatto pur di non tornare indietro.
L’impiegato (pubblico o privato), il tecnico, il professionista, il quadro aziendale, l’artigiano o il piccolo negoziante che aveva orientato il suo voto verso i partiti di centro e di centro destra ora non è più così tranquillo che dal disastro della globalizzazione lui si salverà e saranno gli altri ad affondare. La sua fettina di benessere ogni giorno è implacabilmente erosa dalle ristrutturazioni, dalla grande distribuzione, dai grandi studi professionali che fagocitano ogni committenza.
E non si sente più rappresentata dai partiti a cui tradizionalmente si era affidata ed a cui aveva affidato la difesa dei suoi interessi.
La destra “moderna” è solo la faccia più spietata della modernità senza nemmeno quelle remore che potevano frenare i partiti di sinistra o quelli di tradizione cristiana (non necessariamente cattolica) nella loro corsa ad assecondare i desiderata dei nuovi poteri. E allora ecco che improvvisamente il canto della sirena Le Pen attira sempre maggiori seguaci che è veramente stupido e riduttivo definire fascisti, xenofobi o razzisti.
Qui in Italia un simile exploit non è possibile. Salvini è costretto ad un’alleanza col Cavaliere che rischia di sottrargli più consensi di quanti ne potrebbe ottenere dato che la spinta propulsiva di FI è definitivamente tramontata. Il PD di Renzi preferisce cercare i suoi consensi altrove e già alle primarie credo che si verificherà un crollo della partecipazione popolare.
Grillo potrebbe intercettare molto di questo elettorato deluso, smarrito e sconcertato, le sue rigidità gli impediranno di cogliere quello che potrebbe ottenere, ma non di meno sarà capace di sorprendere molti. La Francia della Le Pen è l’immagine riflessa della Grecia di Tzipras. Destra e sinistra sono solo fantasmi che s’aggirano per un’Europa in cui gli europei non si riconoscono più e danno i primi segni di aver perso la pazienza.
Gianvittorio Musante
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Elezioni francesi. La vittoria del Fronte National e l'insicurezza delle classi in difficoltà… Destra e sinistra ormai irriconoscibili |L'ora Legale
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