Attacco a Parigi. Da sala concerto a santuario della morte. Storia del Bataclan, il locale che lanciò Maurice Chevalier

Diventerà un santuario dove tutti i visitatori di Parigi andranno a rendere omaggio alle vittime della più grande carneficina sia avvenuta oltralpe in tempo di pace: una cattedrale del dolore, un esempio di dove la furia cieca del terrorismo oltranzista possa arrivare. Eppure il Bataclan era fino ad ieri una tra le “sale spettacolo” parigine dalla più gloriosa ed antica tradizione. Costruita nel 1864, su progetto dell’architetto Charles Duval, con evidente rimando all’architettura cinese  il Bataclan (che deve il suo nome ad un’ operetta di Offenbach di ambientazione cinese) nacque subito come una sala da caffè concerto che ospitava prevalentemente riviste musicali: fu più avanti, ad inizio del novecento, che diventò famosa grazie alle brillanti performances di un Maurice Chevalier agli esordii.

Più tardi la struttura visse momenti di crisi, la chiusura per svariati anni e solo molto dopo si riaffacciò prepotentemente alla ribalta come music-hall, piccolo teatro, sala disco ed iniziò ad ospitare eventi rock di spessore internazionale. Come quello del maledetto venerdì 13 novembre che aveva come protagonisti gli Eagles of death metal (foto a fondo pagina), non una band heavy metal, ma una formazione statunitense di rock dall’impianto piuttosto classico che ha tra i suoi membri il batterista- bassista Josh Homme, leader e fondatore dei notissimi  Queens of Stone Age. Era al loro concerto che i 1500 ragazzi giunti al Bataclan stavano assistendo prima che il commando terrorista penetrasse nella struttura dando luogo ad una serie interminabile di crudeli esecuzioni a colpi di kalashnikov. Alla fine le vittime saranno 80 e la band di scena sarà riuscita a salvarsi prima buttandosi a terra e poi  scappando da una porta dietro le quinte all’apparire del primo aggressore omicida con mitragliatrice. Terribile che un evento gioioso, ad altissima partecipazione giovanile, si sia poi trasformato in una tragedia così  vasta ed agghiacciante; ma per le vittime innocenti, perchè il sacrificio di vite umane non sia vano,  perchè la musica dal vivo non venga più sporcata dal sangue, sarà lo stesso rock and roll a fare la sua parte, il vecchio caro rock and roll che aggrega e consola, perchè, nonostante tutto, nonostante  il male che avanza, rock and roll will never die!

(p.b.)