Arturo Toscanini, i 150 anni dalla nascita

Sono trascorsi 150 anni dalla nascita del grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini. L’evento verrà ricordato con un imponente programma ricco di iniziative, hanno preso l’avvio nei giorni appena trascorsi, e si articoleranno per tutto il 2017 per concludersi il 30 giugno 2018. Toscanini nacque a Parma il 25 marzo del 1867, suo padre era un combattente garibaldino, ur essendo sarto di professione, per i suoi ideali affrontò la guerra e il carcere duro, fu un patriota purosangue. L’intera famiglia era appassionata di musica lirica, e fin da piccolo Arturo dimostrò una grande predisposizione verso la musica. Parma,  la sua città natale, gli diede la possibilità di accedere come allievo interno alla “Regia scuola musicale”, dove studiò armonia, composizione e violoncello, riuscendo a diplomarsi con la lode. La grande opportunità gli si presentò nel 1886, durante una tournèe in Brasile, fu chiamato all’improvviso a sostituire il direttore d’orchestra Leopold Miguèz , mpossibilitato all’evento. A soli 19 anni, e con la sola forza della sua memoria diresse “Aida”, fu in quel momento che iniziò una carriera sfolgorante e unica. Dai piccoli teatri di provincia, sali’ sul palco del Regio di Torino, il suo esordio nel 1895 fu nel nome di Wagner . Dopo il grosso successo ottenuto, e dopo aver sposato Carla De Martini, gli furono aperte le porte della Scala, il 26 dicembre del 1898 gli fu offerta la direzione dei “Maestri Cantori di Norimberga”, presentarono il capolavoro di Puccini “La Bohème”. Nel momento in cui alzò incomparabilmente la sua bacchetta verso l’orchestra, diede l’avvio a quel sodalizio Toscanini-Scala che durò per molti anni. Stabilì così  l’evento più importante della sua carriera, aggiudicandosi un grande plauso di pubblico, nel massimo tempio della musica Italiana. Toscanini si assentava per frequenti e lunghi periodi, ma il sodalizio tra lui il il teatro milanese non si interruppe mai. Nei primi anni del 900 fu chiamato al Metropolitan di New York per affiancare Gustav Malhler nella direzione della prima mondiale di una nuova opera di Puccini,  “la fanciulla del West”. Toscanini fu ostile durante la prima guerra mondiale all’intera politica tedesca, era un antifascista per eccellenza, a Bologna nel 1931 fu colpito da alcuni facinorosi perchè aveva rifiutato di dirigere la marcia reale e l’inno fascista. Durante la guerra si spese per organizzare concerti di beneficenza , era con i soldati al fronte, fino alla rotta di Caporetto. Venne l’anno 1936 si recò in Israele per il battesimo della nuova “Simphony Orchestra di Palestina”, e successivamente a New York dove la RCA creò per lui una serie di appuntamenti radiofonici per divulgare, insieme all’orchestra che dirigeva, i suoi più grandi successi mondiali. Dopo i bombardamenti e la fine della guerra nel 1946, la Scala fu ricostruita e lui fu nuovamente chiamato per inaugurare l’evento, sacerdote della musica quale era, esercitò durante tutta la sua carriera  un potere sublime su orchestre e platee,impose la partitura a memoria , il buio in sala e cancellò i bis . Enrico Minetti, violino di spalla della Scala, disse di lui “L’abbiamo ammirato, temuto, amato”, tre aggettivi per caratterizzarne l’identità. Seguirono molti appuntamenti ed inviti,impegni e progetti,ma la sua salute già precaria lo costrinse a periodi di assenza dai teatri. Morì il 16 gennaio del 1957 a causa di una trombosi cerebrale, nella sua villa di Riverdale a New York. Si è costituito qualche tempo fa  un Comitato per le celebrazioni in suo onore, per ricordarne il 150esimo anno dalla nascita, attraverso un protocollo di intesa che coinvolgerà tramite una partnership numerose istituzioni finalizzate alla realizzazione di una serie celebrativa di manifestazioni in suo onore. Arturo Toscanini tornerà a rivivere tramite momenti di indagine scientifica e performativa, con un programma di iniziative pubbliche che evidenzieranno il fenomeno della sua affermazione. Fu un grande uomo e un grande maestro, una figura di spicco che ha trovato la sua collocazione nella massima scala delle “Eminenze grigie” dell’eccellenza della musica internazionale.

Maria Grazia Vannini