Secondo l’art. 220 del Codice di Procedura Penale il magistrato può chiedere la consulenza di un perito “quando occorre svolgere indagini o acquisire dati o valutazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, scientifiche o artistiche” e, come perito di parte nominato dall’avvocato o consulente presso la polizia, oggi è inquadrata legislativamente parlando la figura del criminologo. Non essendoci un albo specifico cui iscriversi, né la visione culturale in Italia per concepire la professione come congiunturale in ogni fase dell’iter procedurale del caso questa professione rischia di essere sottovalutata, sia per quanto attiene il percorso di formazione universitario e post-universitario (Master Post –Laurea o corsi specialistici post-laurea) che per il modus operandi dell’indagine, quando e se, svolta in un assetto interdisciplinare, con una squadra che si coordina al fine di raggiungere lo stesso obiettivo, darebbe, forse, i risultati attesi. Molti “strafalcioni” in Italia, avvengono in seno all’indeterminatezza del corso della giustizia o lungaggine della stessa, tanti altri maturano invece proprio perché non si conoscono le rispettive competenze o al più si affidano a criteri di “impronta privatistica”.
Se la professione del criminologo, fosse al pari delle altre inserita all’interno delle istituzioni, forse, ci si avvarrebbe di una “certezza” più sana e di una sicurezza più consapevole perché incentrata sugli stessi criteri scientifici di ricerca, di indagine oltre che di prevenzione. Con questo spirito, per rendere, dunque, un servizio culturale, l’equipe composta da Davide Cannella, Direttore della Falco Investigazioni di Lucca, dall’Avvocato e Professore Eraldo Stefani, da Wilma Ciocci, Sociologa Criminologa e Alessandra Severi Giurista Criminologa, il giorno 14 Maggio presso il Creative Lab Officina/16 ad Anagni, si terrà “Caffè Criminale -Delitti ed Indagini”: un incontro formativo patrocinato dal Comune di Anagni (FR) e dall’Associazione Amici della Stelle presso il Convitto “Principe di Piemonte, Viale G. Matteotti, 2 dalle ore 17:00 alle ore 19:00.
Si potrà entrare in contatto con i paradigmi di una professione, il criminologo, che suscita fascino in tante persone, legandosi ad un contesto di attenzione “non consapevole”: – In Italia- mi spiega infatti la sociologa criminologa Wilma Ciocci-, si ha un interesse verso questa professione, legato piuttosto all’immagine, che alla sostanza. Dietro questa professione ci sono infatti una serie di passaggi obbligati che insistono sulla formazione, che al pubblico della tv, pronto a schierarsi come se fosse un gioco ogni qualvolta, purtroppo, si arricchisce il panorama criminale, sfuggono – .
Sulla risoluzione a “scommessa”, a mo’ di’ “secondo me è stata lei, o lui, o l’amante, o il padre o la suocera” si avvicina lo spettatore della TV, il cliente dal parrucchiere o al bar e i semplici amici in conversazioni da salotto…
Ignorando di fatto che un’indagine è un complesso e articolato insieme di atti di professionisti che, potendo lavorare in equipe, avrebbero successo non solo nella risoluzione di un fatto criminoso, quanto e soprattutto nell’avanzamento del buon livello di Giustizia, che è anche sociale, quando la formazione va a braccetto con la parola prevenzione del rischio e del crimine. La formazione – ribadisce la Ciocci – è importante altresì per scongiurare il pericolo che la sicurezza in Italia sia associata alla fortuna di essere nati a Parma, al limite, dove si è certi che una buona squadra come il RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) non è fiction ma realtà.
Nadia Lisanti
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