Al cinema. “Il Ponte delle spie”, una storia vera da non perdere. In odore di capolavoro assoluto il nuovo film di Spielberg con Tom Hamks

“Un ‘idea che non trova posto a sedere è capace di fare la rivoluzione” scriveva Leo Longanesi e forse non sbagliava affatto, tante guerre sono state stabilite e combattute a tavolino. Ma pur parlando di guerra, credo che possiamo farci un bel regalo negli ultimi giorni di festa di questo nuovo anno, andando a vedere il nuovo film diretto da Steven Spielberg, “Il ponte delle spie”. Finalmente 141 minuti senza battere ciglio.La poltrona del cinema ospita e lo sguardo è catturato dallo schermo. La storia “vera” è talmente avvincente da tenerti incollato alle immagini che danno vita a questa vicenda. Il ruolo del protagonista è affidato a Tom Hanks, che riesce in modo sublime a caratterizzare il personaggio, quello di un avvocato di Brooklin che lavora in uno studio avviatissimo e si occupa di cause assicurative, ma per scelta dei sui superiori  è invitato a fornire assistenza legale ad una spia russa, Rudolf Abel, appena catturata dagli agenti della Cia,  interpretato con maestria da Mark Rylanse. Si passa così in poco tempo al crescendo di colpi di scena e all’individuazione di tanti personaggi, buoni o crudeli,  di cui il film è ricco. L’avvocato James B. Donovan, (Hanks)comincia ad occuparsi del caso in maniera coerente e responsabile e riesce a portare a termine la difficile trattativa di scambio tra personaggi e mondi eternamente in competizione. Siamo approdati in questa storia realmente accaduta, che si svolge tra il 1957 e il 1960, in piena “Guerra Fredda”,  tra URSS, USA e DDR. La prima parte del film è ambientata in America, piena di agenti cinici, poliziotti e giudici indottrinati di Costituzione. La seconda nella Berlino dell’Est, città distrutta dalla fame dove bande di criminali imperversano indisturbati. La purezza del personaggio che interpreta Hanks è di una tenacia inarrestabile, riuscendo personalmente, scavalcando con le sue decisioni  persino i governi in competizione,  a dettare le regole del gioco. I russi catturano un pilota americano, il Tenente Francis Gary Powers mandato dal governo Americano  ad ispezionare il territorio nemico. Lo scambio tra i due avviene sul ponte di Glieniche, esiste realmente, si trova a Berlino e al tempo della guerra fredda univa la parte Est e quella Ovest della città;  veniva appunto definito “Il ponte delle spie”  perchè quello fu realmente il punto in cui molte volte i governi scambiarono i relativi prigionieri. In quell’occasione l’avvocato Americano riuscì  a riportare a casa anche uno studente di economia rimasto intrappolato nella zona Est del paese. E’ una storia sorprendente, dinamica, il film stesso lo è, celebrato all’unanimità dalla critica, praticamente in odore di capolavoro assoluto, non è certamente da perdere. La sceneggiatura è ad opera di Matt Charman e di Joel ed Ethan Coen, tutto di elevatissimo livello.Se non vi ho convinti accertatevi di persona, buona visione.

Maria Grazia Vannini