55esima edizione del Salone del Mobile a Milano. Vi raccontiamo il Fuorisalone

Lunedì 12 aprile è iniziata a Milano la settimana del design legata al Salone del Mobile, giunto ormai alla sua 55° edizione. La fiera vera e propria si svolge nei padiglioni di Rho, quelli progettati da Fuksas ma il vero evento è il Fuorisalone quest’anno disperso sull’area cittadina in più luoghi tutti da vedere.

Io sono andato in via Tortona, da sempre epicentro di questi eventi e ci sono andato volutamente alla cieca sapendo che qualcosa da vedere si trova immancabilmente.

Se Musante non va al salone il salone viene da lui. E devo dire che non sono rimasto deluso. In pochi metri si accumulavano tante cose da vedere (che spesso col mobile entravano poco) ma che meritavano d’essere viste.

Ed i piedi mi hanno portato al Superstudio dove nell’immenso cortile era possibile ammirare nell’ordine: un’installazione sostenibile dell’architetto Stefano Boeri, Biomega, biciclette di design e tendenza, il bosco luminescente degli alberi ricaricabili di Casio, Gore-tex ed il tessuto camaleonte, lo stand della Jaguar, il Materials Village dove era possibile farsi un’idea sui nuovi materiali o su quelli classici incredibilmente rivisitati, lo spazio Samsung coi suoi televisori umanizzati….

Potremmo dire, parafrasando G.B. Marino, che del designer è il fin la meraviglia!

Ho continuato a girovagare e sono entrato negli spazi allestiti dalla Lexus, il marchio prestige di Toyota, lì oltre agli occhi ho provato un’esperienza gustativa, mi hanno fatto assaggiare l’Umami, quel sapore tra il dolce, il salato ed il piccate tipico della cucina giapponese: foglia di nasturzio con goccia di salsa (dal nome impronunciabile) e brodo di pesce con gelatina al mandarino.

Mai mangiato niente di simile! Ma non chiedetemi se era buono, ancora non l’ho capito!

A proposito di auto, poco più avanti, la Toyota esponeva la Setsuna, una concept car interamente in legno di cedro! L’auto, mi hanno spiegato, esposta al sole e alle intemperie, come il legno cambierà colore e custodirà il ricordo (ed i ricordi) dei suoi proprietari per molte generazioni.

Sempre passeggiando sono entrato nel vecchio stabilimento Ansaldo (proprio quello dove Craxi tenne l’ultimo trionfale congresso del PSI prima di essere travolto da “Mani pulite”). Una parte dell’enorme edificio è ora occupato dal MUDEC (acronimo per museo delle culture) ma un’altra ospitava giovani designer di tutto il mondo, poco conosciuti, che esponevano i loro lavori nel campo dell’arte povera e del gioiello realizzato con materiali non preziosi.

Uscito da lì sono entrato negli spazi di Archiproducts, un distributore di grandi marchi del design mondiale che ospitava varie esposizioni. Ho avuto modo di incontrare che aveva progettato il padiglione dell’Equador all’Expo caratterizzato dalle lunghe catenelle policrome in alluminio che creavano come un tessuto intorno all’edificio che richiamava i motivi tradizionali della cultura india.

Alla fine, ed avevo percorso pochi metri, ne avevo viste tante ed ero esausto. Ma ne era valsa la pena, anche solo per respirare l’aria di creatività internazionale che era un piacere per l’anima. Se mi riuscirà cercherò di tornarci, magari in altre zone e naturalmente, vi segnalerò tutto quello che sono riuscito a vedere. Per adesso godetevi le foto!

Gianvittorio Musante